u(t) =A·cos(wt + f)
Non è restrittivo supporre A non negativo; infatti per l'identità cos(t +p) = -cos(t), possiamo scrivereConsiderare tale funzione come parte reale della funzione complessa
A·e i(wt
+ f)
comporta dei vantaggi matematici.
Tale famiglia di funzioni complesse è
"stabile" rispetto a
combinazioni lineari. Cioè se u1 e u2 sono di questo
tipo, |
Infatti: essendo evidente che sia h·u1 sia k·u2 sono dello stesso tipo, è sufficiente mostrare che lo è anche la somma di due funzioni: u1(t) =A1cos(wt + f1) = Re A1e i(wt +f1), u2(t) =A2cos(wt + f2) = Re A2e i(wt + f2) la loro somma si scrive u1(t) +u2(t) = Re A1e i(wt
+ f1)+ Re A2e
i(wt
+ f2)
= essendo il numero complesso Ae if somma dei due numeri complessi A1e if e A2 e if |
Da qui l'idea - dovuta all'ingegnere americano Charles Proteus Steinmetz (1865-1923)
- di rappresentare
la funzione u(t) =Acos(wt + f) mediante il numero complesso z = Ae if, di modulo A e argomento (= fase) f. |
Tale famiglia di funzioni è "stabile" anche rispetto alla derivazione Inoltre se la funzione u(t) è rappresentata dal numero complesso z,u'(t) è rappresentata dal numero z' =iwz, ruotato di un angolo retto in senso positivo e con modulo variato del fattore w |
Infatti se u(t) =Acos(wt + f), allora (in base alla formula di addizione del coseno) u'(t) = -wAsin(wt + f)= =wAcos(wt + (f + p/2) ) associata al numero complesso wAe i(f+p/2)= iwAe if tenendo conto che e ip/2 = i. |